Vermi fino 3 chilometri sottoterra. Megalonematodi.

(ANSA) - MILANO, 1 GIU - Vivono in un ambiente ben diverso da quello che si trova in superficie e dove pressione e temperatura sono altissime: per questo sono dei veri e propri 'alieni', i vermi che vivono fino a tre chilometri di profondita' nel sottosuolo. Finora gli unici esseri viventi noti per vivere in condizioni cosi' estreme erano organismi semplicissimi come i batteri. Questi vermi, battezzati 'nematodi' sono stati scoperti, grazie a una ricerca dell'universita' belga di Ghent, nel sottosuolo sudafricano.

Nulla di strano se pensiamo che un bel po di anni fa, Frank Herbert, se vi ricordate, lo scrittore di fantascienza, che la sapeva lunga in fatto di conoscenze esoteriche,
parla di un mondo dove vivono i grandi vermi. L'unico pianeta nell'universo dove è reperibile la spezia. Questi misurano mezzo millimetro magari, ma sono capaci di vivere parecchio in profondità.
Per conoscenza, allora andatevi a rivedere il film, e capirete quello che sto per dirvi in modo più chiaro. No, non vi darò la soluzione. Scordatevela, ma inserirò su questa pagina alcune delle variabili dalle quali partire per comprendere meglio quali segreti avrebbe nascosto Arrakis, e nel caso, questo fossero anche stati taciuti a noi.
Vi parrà strano, e naturalmente, prenderete la notizia come la solita stupidaggine che avete trovata in rete, ma sappiate che a questo punto,
essendovi dimostrati la razza più credulona del quadrante, dal momento che tutti ridono di noi, non potrà nuocervi gravemente l'aggiunta di questo piccolo dettaglio.

Questa è una domanda che sorge spontanea, non appena si da una occhiata a questa fotografia. La didascalia dice:

What are those things? They were first seen in 1998; they don't look like anything we have here on Earth. To this day, no one is sure what they are, but we now know this: They come, then they go. Every Martian spring, they appear out of nowhere, showing up — 70 percent of the time — where they were the year before. They pop up suddenly, sometimes overnight. When winter comes, they vanish.

Come vedere, gli unici a credere che siate soli nell'universo siete rimasti voi, ed è un bene, perchè significa che tutti gli altri si sono svegliati.

Vi ingrandisco uno dei tunnel prodotti quando emergono e rientrano sotto terra. Questo è un segno evidente che potrete trovare un po dappertutto, su quei pianeti che pensate disabitati, come pure quelli che a voi paiono senza atmosfera, e allora non dovrebbero avere vista secondo i vostri canoni. Quanta limitatezza mostra il vostro pensiero e con quanta arroganza vi curate del vostro pregiudizio, è una cosa mai vista. Fate pure. Vi ricordo comunque che queste sono foto che voi potete vedere solo oggi, mentre sono informazioni note che circolavano già nel 1968. Forse siete un poco in ritardo.

L'ingrandimento.

As the sun gets hotter, they get more spidery. Here's a closer image — like the one above, this gorgeous print was created by the photographer Michael Benson, just published in his new book, Planetfall. It shows two mounds of sand. The spidery thingies, you'll notice, stay on the rises, not on the flat sandy plains. What could they be? Scientists from the U.S. Geological Survey, from Hungary, from the European Space Agency have all proposed explanations; the leading one is so weird, it's transformed my idea of what it's like to be on Mars. For 20 years, I've thought the planet to be magnificently desolate, a dead zone, painted rouge. But imagine this: Every spring, the sun beats down on a southern region of Mars, morning light melts the surface, warms up the ground below, and a thin, underground layer of frozen CO2 turns suddenly into a roaring gas, expands, and carrying rock and ice, rushes up through breaks in the rock, exploding into the Martian air. Geysers shoot up in odd places. It feels random, like being surprise attacked by a monstrous, underground fountain. Here's what it might look like:

Che farebbero pensare naturalmente per similitudine agli spruzzi delle balene. Compreso?

Anche se perlopiù gli studiosi che hanno analizzato le foto, hanno dato altre spiegazioni. Interessanti, ma non proprio azzeccate.
 

"If you were there," says Phil Christensen of Arizona State University, "you'd be standing on a slab of carbon dioxide ice. All around you, roaring jets of carbon dioxide gas are throwing sand and dust a couple hundred feet into the air." The ground below would be rumbling. You'd feel it in your space boots. That, anyway, is the leading explanation. The spidery traces that you see in Michael's two prints might be clumps of dark, basaltic sand thrown from the geysers. Or — say a group of Hungarian scientists — they might be colonies of photosynthetic Martian microorganisms, warmed from the sun, now sunbathing in plain view. We still don't know for sure.We've been watching those spider patches come and go for the last decade or so, and for a little while longer, we will have to guess why they're there, or what they're telling us.

Suvvia, foto di micro organismi? Non sembrano affatto micro. Proviamo con macro? Ora studiatevi questa altra immagine, e alla luce delle conoscenze che dovreste avere acquisite dopo aver letto alcuni dei articoli che ho scritto. Applicate i principi della risonanza e studiate le curve presenti nell'immagine. Avete trovato nulla? Ricordate il metodo per trovare nuvole bizzarre nel cielo, generate da impianti scalari?Fate lo stesso ora, rammentando che si tratta di sabbia, e che le spinte meccaniche dovranno essere prodotte da spinte incommensurabilmente più grandi, incalcolabili dal nostro punto di vista, ma semplicemente possibili qualora un grande verme si scuota, si distenda o attui il suo richiamo. Nella zona nera c'e' una spinta lenta, caratterizzata da onde di entità più grande e collocate esattamente sullo stesso asse. Poco più in basso, la prova che qualcosa di bizzarro ha generato un sistema risonante di guglie appuntite, con una onda smorzata. Ecco il richiamo. Non vi capiterà di vederlo spesso. Ma se lo sentite, vi avverto, che sarà brutto segno. Dalla misura esatta di questo tipo di conformazione particolare, potreste comprendere facilmente di quale suono si tratta, mentre calcolando la sua propagazione nel terreno, e successiva nell'atmosfera, potreste magari avere una idea del suono terrestre della cosa. Ma per facilità vi indicherò un metodo più facile. Puntate un sistema di quelli utilizzati per la radioastronomia sulla superficie del pianeta, ma concentrate la vostra attenzione non sui giga hertz, ma sulla banda ELF, VLF. Quando troverete quella stessa propagazione elettrica, sarete in presenza dei grandi Vermi, potrete traslare il suono a livello uditivo, e quindi ascoltarlo da voi. Prima, come sempre terminano certi articoli beceri, si diceva "chissà cosa vogliono dirci...", e la risposta più semplice è che non vogliono dirci nulla, ma dipende tutto da come vediamo le cose.      

Qui in basso a destra il segno distintivo del richiamo.

Finalmente la scienza si ricorda di qualcuno, anche se resta come al solito su proporzioni adeguate alla propria misura. Ancora i limiti della conoscenza e della comprensione umana.

Giant Tube Worm
(Riftia pachyptila)

The giant tube worm, also known as Riftia pachyptila, was totally unknown to science until researchers exploring the deep Pacific Ocean floor discovered strange, hydrothermal vents. Powered by volcanic heat, these vents recirculate water that seeps down through cracks or faults in the rock. When the water emerges from the vent, it is rich in chemicals and minerals. This toxic soup of chemicals would be lethal to most animals, so scientists were shocked to find entire ecosystems of animals living around these vents. In spite of the near boiling temperature of the water, these animals were thriving in the complete absence of light. The organisms that live near these vents are unique because, unlike all other living things on earth, they do not depend on sunlight for their source of energy. Instead, they feed on tiny bacteria that get their energy directly from the chemicals in the water through a process known as chemosynthesis. These hydrothermal vents are known as "black smokers" because of the dark color of the material they eject. The giant tube worms are closely related to the many smaller species of tube worms that inhabit shallower waters.


These giant tube worms grow up to eight feet (over two meters) in length and have no mouth and no digestive tract. They depend on bacteria that live inside them for their food. This type of mutually beneficial relationship between two organisms is known as symbiosis. The bacteria actually convert the chemicals from the hydrothermal vents into organic molecules that provide food for the worm.

Perhaps the most noticeable characteristic of these worms is their bright red plume. This is a specialized organ used for exchanging compounds such as oxygen, carbon dioxide, and hydrogen sulphide with the seawater. The bright red color comes from the presence of large amounts of hemoglobin (blood). It is this plume that provides nutrients to the bacteria that live inside the worm. The outer tube of the worm is made from a tough, natural substance called chitin. Chitin is also the main component in the exoskeletons of crabs, lobsters, and shrimp. Although the worms have no eyes, they can sense movement and vibrations and will retreat into their protective tubes when threatened.


Giant tube worms reproduce by releasing their eggs into the water to be fertilized. After hatching, the young larvae swim down and attach themselves to rocks. As the larvae develop into tiny worms, they temporarily develop a primitive mouth and gut through which the symbiotic bacteria enter. As the worm grows older, the mouth and gut disappear, trapping the bacteria inside.

Giant tube worms have been found throughout the Pacific Ocean where deep sea hydrothermal vents have been discovered. The average depth of these vents is 5,000 feet (1,500 meters). Entire communities of shrimps and crabs have been found living around these giants. It is believed that these invertebrates feed by nibbling off bits of the tube worms' red plumes. As amazing as these vent ecosystems are, they are also extremely fragile. As the Earth's crust shifts due to geothermal activity, the supply of chemicals through the vents can be cut off. When this happens, all of the incredible creatures that depend on these chemicals will wither and die. Scientists have returned to once thriving vent sites only to find them completely cold and dead. But the cycle begins again when new hydrothermal cents begin to grow elsewhere on the deep sea floor.

Ammetterlo è già un bel passo avanti, ma non basta. Ma dato che vedo che siete ancora scettici, vi aggiungo anche questo altro articolo.

Scientists digging 2.2 miles under South Africa didn’t crack through the roof of Hell, but they did find the “devil worm,” the deepest-living animal known.

Halicephalobus mephisto, a newly discovered species named for Faust’s Mephistopheles, is the first nematode found beyond the 100-meter mark.
Depths beyond that were thought to harbor only microbes. But where there are microbes, there is probably something to eat those microbes, and that’s where the devil worm comes in.
The 1/2-millimeter worms have evolved to the withstand the intense pressure and heat of living deep underground. “That sounds small, but to me it’s like finding a whale in Lake Ontario,”
Tullis Onstott, a geomicrobiologist at Princeton, told National Geographic. “These creatures are millions of times bigger than the bacteria they feed on.”

National Geographic has a photo of the critter.



The worm was first discovered in a South African gold mine, but scientists weren’t sure if it was carried in by miners. Gaetan Borgonie of Belgium’s University of Ghent began boring samples from mines and eventually found the worms. Onstott hopes the discovery prompts more searches for life in extreme conditions.  “People usually think only bacteria could exist below the surface of a planet like Mars,” Onstott said told National Geographic. “This discovery says, ‘Hold up there!’”

E finalmente qualcuno ci pensa, che anche lassù... ma la discrepanza se l'avete notata, è che la taglia del verme in questione è di una decina di nanometri, mentre quello che vediamo su marte misura qualche chilometro a dir poco, e il bello è che ogni volta che ne parlano continuano ad accostare la cosa. Se si trattasse di vermi da un nanometro e potessero vederli significherebbe o che hanno telescopi davvero eccezionali e che ci stanno mostrando solo foto per prenderci in giro, o che i vermi di cui si parla sono leggermente più grandi, in condizioni diverse da quelle che consideriamo di solito. E cioè strati della crosta terrestre ove le temperature sono maggiori, e la gravità minore come si afferma in un gran numero di testi sacri dell'antichità. ( Vi ricordo che sotto il fiume tevere, ce ne è un secondo ad una certa profondità, che è di sette volte più grande, e cio' significa che sotto il derma dove possiamo trovare i capillari, potrebbero essercene di più grandi ancora ). Basta cercarli e tutti i problemi energetici sarebbero risolti in un istante. Forse è proprio per questo che evitano di parlarne.) ma torniamo a noi.  

"Shocking" Worm Evolved For Harsh Depths

Onstott and nematologist Gaetan Borgonie of Belgium's University of Ghent first discovered H. mephisto in the depths of a South African gold mine. But the team wasn't sure if the worms had been tracked in by miners or had come out of the rock.

To find out, Borgonie spent a year boring deep into mines for veins of water, retrieving samples and filtering them for water-dwelling nematodes. He scoured a total of 8,343 gallons (31,582 liters) until he finally found the worm in several deep-rock samples.

What's more, the team found evidence the worms have been there for thousands of years. Isotope dating of the water housing the worm placed it to between 3,000 and 12,000 years ago—indicating the animals had evolved to survive the crushing pressure and high heat of the depths.

"This discovery may not surprise passionate nematologists like Gaetan, but it’s certainly shocking to me," Onstott said.

"The boundary of multicellular life has been extended significantly into our planet."Worm Inspires Search for Extreme Life

Onstott hopes the new devil worm will inspire others to search for complex life in the most extreme places—both on Earth and elsewhere.

Che significa di nuovo una sola cosa: quello che stavo dicendo è vero, non solo per il nostro pianeta ma anche per Marte, ma che non potevano naturalmente ammettere. Ecco, scendiamo nel dettaglio.

Nematoda from the terrestrial deep subsurface of South Africa

Since its discovery over two decades ago, the deep subsurface biosphere has been considered to be the realm of single-cell organisms, extending over three kilometres into the Earth’s crust and comprising a significant fraction of the global biosphere1, 2, 3, 4. The constraints of temperature, energy, dioxygen and space seemed to preclude the possibility of more-complex, multicellular organisms from surviving at these depths. Here we report species of the phylum Nematoda that have been detected in or recovered from 0.9–3.6-kilometre-deep fracture water in the deep mines of South Africa but have not been detected in the mining water. These subsurface nematodes, including a new species, Halicephalobus mephisto, tolerate high temperature, reproduce asexually and preferentially feed upon subsurface bacteria. Carbon-14 data indicate that the fracture water in which the nematodes reside is 3,000–12,000-year-old palaeometeoric water. Our data suggest that nematodes should be found in other deep hypoxic settings where temperature permits, and that they may control the microbial population density by grazing on fracture surface biofilm patches. Our results expand the known metazoan biosphere and demonstrate that deep ecosystems are more complex than previously accepted. The discovery of multicellular life in the deep subsurface of the Earth also has important implications for the search for subsurface life on other planets in our Solar System.

( Questo dettaglio è importante perché comincia ad essere citato tutte le volte che si parla di queste piccole creaturine. )

Che qui, come potete leggere, è la terza volta che ritroviamo la stessa ammissione. Non voglio certo fare la figura di quelli che non lo avevano detto. Ma nessuno lo sapeva. Solo che si "Dune" c'è già
tutta la storia, e nessuno pare avergli dato alcuna importanza. Prima non ne parla nessuno per 44 anni, poi tutti insieme appassionatamente, cominciano a dire che non solo sono sotto i nostri piedi ma sono pure su marte e addirittura altri pianeti del sistema solare. Finalmente!!! Ci volevano proprio questi grandi Vermi, "non siamo soli nell'universo".

A qualcuno di voi credo non sarà sfuggito il fatto che negli articoli riportati in Inglese, manca il dato più importante, "la loro misura". Ve lo do io, che non hanno il coraggio di confrontarsi con le forze della natura. Possono arrivare tranquillamente a 5 Km. Ma studiando alcune conformazioni della superficie di marte, potrò scendere nei dettagli, nel prossimo articolo. Procederò sia con l'analisi ottica, che con lo studio degli spettrogrammi, e vi darò la dimensione dei piccoli, di quelli medi e di quelli giganti.

E naturalmente, se ci sono su marte, inutile dirlo, sono anche qui. Basta cercarli meglio. Per ora ci fermiamo ad una taglia di un metro e mezzo in fondo al mare.

Compiled and written by Amonakur