Più
del mare
Jedi Simon
Colui che muove in Verità, trascende la Via faticosa e delle false svolte che il Labirinto propone.
Gli insegnamenti Sacri degli avi possono indicarti la Via, rispettali e offrili col cuore.
Giunti in soccorso da epoche remote, aiutano coloro che sono forti nella fede.
Ai deboli, l’ombra del muro che sostengono nel nome di colui che li protegge.
Chi si nasconde al Se, nel nome del Preservatore, non fa che rimuovere
l’esperienza
della propria coscienza in cambio dei modi del conforto.
Ma essa non scorda mai, anche se fa finta, poiché ci vede e sa.
Non cambia ne si estingue ciò che è tangibile presenza.
Immutabile, alla luce interiore, sincera al sentimento provato.
Coloro che si lasciano guidare, sono già altrove per interposta persona.
La sponda che sostiene, garantisce comodo riparo.
Ma quanto è cieco in verità colui che si fa mercanzia, e pazzo
chi insegue la maledizione dei pensieri che lo fanno.
Non speculare, ma sii integro e reale. Non titubante, ma padrone del gesto.
Mille facce ne nascondo una, cogli l’arco della diffrazione.
Chi discerne i colori, vive il mondo con cuore trasparente e conosce
le qualità intrinseche dell’armonico ordine perfetto. L’atto creativo, avvicina
alla Madre.
Provati, solo cosi saprai. Sii, non raccontarti. Non legarti, ma rispetta il
Divenire.
Lascia che il figlio sia, prima di farne immatura fantasia. Rinuncia
alla mano che impugna, poiché essa è attaccamento e smarrita solitudine.
Non offrire il dorso a chi impone con la frusta, ma guardalo negli occhi.
Chi lega, paga e piega, serve l’altrui comando, e il mandante che nasconde.
Non farti pugno che lo difenda ma carezza che comprende. Non farti sfottere
dalla convenienza.
Chi serra troppo, mostra attaccamento. Chi vuole è schiavo dell’avere. Posa
precipitevolmente.
Chi è gesto che conviene, semina ripetizione per duplicare eguali.
Chi è essenza del Se, non nutre ipnosi ne cerca emotive sensazioni.
E’ il timone che stringi, che ti lega; come il mozzo le ruote e i cardini la
porta.
Senza paura, dona, svincola e svicola dal tracciato. Il cuore ti guidi. Svuota
le tasche,
offri i talenti ed abbandona il girone. Mostra agli increduli del mondo,
quanto è di reale natura. Poiché non sfama il cibo virtuale e non nutre quello
appeso all’amo.
Rispetta il mondo come luogo sacro. Rispetta i doni della vita, ed ogni sua
espressione.
Non curarti di cosa appartiene e a chi, ma solo della via e degli insegnamenti,
come se fossero le ultime parole di tuo padre. E’ alla tua coscienza
che domando se è nel giusto colui che tace per gridare confusione,
impedendoti di conoscere, sapere, essere.
Gli stolti si coltivano come le rape. Coloro che non nutrono fede alcuna
nell’uomo,
tacciono quanto sanno, mantenendo quanto sono, nascondendosi fra salde mura di
pietra.
Il pastore che non perde pecora, amministra con sapienza e presenza.
I ministri che hanno smarrita la fede, non sono che recita di dogma.
Investitura, Iniziazione, Incantamento. Sii ciò che sei. Non basta una corona
per fare un Re.
Saggio è colui che non ha fretta, ricorda ed e’ costante presenza. Mandanti
senza volto,
mandano messi a creare futuro per poi raccogliere le messi.
Cercano schiavi in coloro che scelgono di esserlo. Colui che sostenendo
l’altrui,
si ritiene unico ed insostituibile, e nutre un modello per sentirsi vivo, non è
che frutto
di una operazione, opzione e figlio di quel demone interiore.
Nell’ordine prestabilito, “altro” significa smarrito, ma non si sale a caso
sulla vetta
di una montagna. L’Io ama le città come la vita mondana, e teme la solitudine
della rinuncia.
Lascialo alle sue cose, e con dedizione inerpicati per raggiungere quella meta
che non sai,
che non vedi, che non conosci. Se è la fede che ti muove, giungerai.
Perché di tutte le scarpe, le tue sono quelle più comode, e di tutte le vie,
solo quelle che la tua esperienza sorregge è vera, nella gioia come nel dolore.
Al cuore non si comanda. Pensa all’amore incondizionato. Alla pura compassione.
Quando ti senti impuro, vatti a lavare prima che sia un altro a parlare.
Non farti sofferenza. Profondo è l’amore, più del mare. Non diresti matto quel
comandante
di vascello che in pieno oceano, volendo imporsi contro la deriva della propria
nave,
cercasse di fermarla con la misera ancora che possiede?
Restare non ha senso, quando e’ ora affronta le onde di taglio, impugnando
stretto il timone.
Chi ama non combatte, poiché conosce una sola essenza, un solo dono e rinuncia.
Chi si scontra contro il mare scompare fra i flutti. Prende parte alla pugna
chi incarna l’odio del mastino. Allontanati dal suo cortile. D’integra talità
mostrati degno,
e in te confideranno le sorti, confluiranno le benedizioni, e vivrà il Mondo.
Jedi Simon
Versione ampia 02 2010